Excess Flesh (Film)

Excess Flesh
EXCESS FLESH di Patrick Kennelly (USA, 2015) – Durata: 103′ – Genere: Horror drama, Thriller

Jill e Jennifer sono due amiche e coinquiline: la prima, Jill, è introversa, insicura e complessata, a causa di un rapporto problematico con il cibo e dal fatto di essere senza lavoro, mentre la seconda, Jennifer, è sfrontata ed egoista, sessualmente disinibita e promiscua, oltre ad essere una modella sexy e di successo.  Il loro rapporto è conflittuale e complicato, e l’ossessione e la gelosia di Jill nei confronti della noncurante Jennifer ad un certo punto farà prendere alla storia una piega drammatica e scioccante.

Il giovane regista americano Patrick Kennelly esordisce nel lungometraggio con un horror-drama indipendente (co-sceneggiato con Sigrid Gilmer) caratterizzato da una forte contrapposizione tra la sua estetica innovativa e moderna e i contenuti pesantemente disturbanti e scioccanti, volti a provocare disagio e malessere, ma anche a fare riflettere. In Excess Flesh l’argomento topico è senz’altro il problema dei disordini alimentari, ma è soprattutto una storia molto femminile e femminista, satura di ossessione e di dolore, che affronta con profondità la mancanza di accettazione di se stessi e le difficoltà che ogni donna ha nel confrontarsi con chi la giudica solo dalle apparenze. Attraverso un uso sapiente degli spazi, considerando che per la maggior parte il film si svolge all’interno dell’appartamento delle due protagoniste, il regista imbastisce una storia claustrofobica, destabilizzante e machiavellica, pregna di crudeltà e disagio, messa in scena tramite una battaglia psicologica senza esclusione di colpi e senza pietà. Durante la visione assistiamo, profondamente coinvolti, a metà tra fascinazione e disgusto, alle torture psicologiche e fisiche che le due protagoniste si infliggono a vicenda, in un significativo capovolgimento di ruoli. Il tema del doppio è qui elemento cardine della pellicola: due donne allo specchio, a confronto, con una che cerca di sopraffare l’altra, una folle discesa verso l’abisso della mente umana mostrata in tutte le sue perversioni. Il ruolo che assume il cibo in questa tormentata guerra psicologica è determinante; visto ora come oggetto erotico, ora come strumento di tortura, risulta in ogni caso il motivo del loro contendere e la vera e propria scintilla che innesca irrimediabilmente il conflitto tra le due. Ma ciò che colpisce di più della pellicola e che la fa emergere come innovativa è il confronto abissale tra il disagio e il malessere provocato da ciò che avviene nell’appartamento, che si trasforma progressivamente in un luogo malsano e sudicio, e la messa in scena moderna e di grande appeal a livello visivo. Kennelly infatti dirige in modo brillante e dinamico, sceglie di utilizzare una fotografia patinata e satura di colori molto accesi e fa un largo uso dello slow motion; il tutto incessantemente sottolineato dalla martellante e magnetica colonna sonora elettronica curata da Jonathan Snipes. Senza dimenticare l’importanza del comparto sonoro, in special modo i suoni provocati dal cibo, mentre viene tagliato, cucinato, ingerito oppure espulso. E’ un’overdose sensoriale quella a cui lo spettatore è sottoposto e da cui non può fare a meno di rimanere affascinato, fino al soprendente finale. Ma Excess Flesh non sarebbe stato lo stesso senza le due protagoniste, Bethany Orr nella parte della timida Jill e Mary Loveless nei panni della sfacciata Jennifer, che mettono letteralmente anima e corpo nella loro performance, dando vita sullo schermo a due ruoli complessi e al contempo ammalianti, due personaggi femminili indimenticabili che lasciano davvero il segno.

Ilaria Dall’Ara

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Se avessi visto questo film senza saper nulla e mi avessero chiesto “quando è uscito”? avrei risposto “nel 2020”. Ecco, gli americani dimostrano che quando vogliono sono ancora capaci di offrirci grandi cose. Un film che è un passo nel futuro. Una nuova dimensione dell’orrore, intrisa di follia, con fotografia, regia e sopratutto substrati sonori (obbligatorio vederlo con cuffia o casse ben equipaggiate) che rendono questo film un esercizio di innovazione e proiezione in una nuova rappresentazione della follia. Il tema è semplice: due ragazze, il loro rapporto più che morboso, e soprattutto il cibo. Splendido il contrasto tra la fotografia super fashion (le attrici/attori di conseguenza), i colori sgargianti e vivi, le musiche contemporanee, la regia d’avanguardia e il contenuto del film, marcio, sporco, che mette a disagio, difficile da “digerire” per il modo in cui si riversa nei nostri occhi, contagiandoci da dentro, poco a poco, con la follia degradata e deviata della protagonista, bravissima, e del suo smodato rapporto con l’atto archetipale del mangiare. Un momento gore molto deciso verso il finale, ma soprattutto un senso di totale innovazione nel presentare l’orrore, fuori da qualunque schema a cui siamo abituati. Questo secondo me è un esempio di neo-horror, lo paragono all’avvento del “core” nella musica metal. I più legati ai “vecchi schemi” storceranno il naso, gli altri potrebbero anche esaltarsi, difficilmente lascerà indifferenti. Da “gustare” assolutamente!

Claudio Marucchi

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Grazie mille per la segnalazione a Claudio Marucchi del quale abbraccio in pieno il proprio neologismo “Neo-Horror”. Visivamente e narrativamente è un film che annichilisce grazie alla storia intensa, al twist finale inaspettato e all’interpretazione delle due protagoniste, completamente calate nelle rispettivi parti. Ma il vero punto di forza e che lascia attoniti al termine della visione è l’uso del linguaggio prescelto dal regista che punta molto sulla continua ricerca dell’originaliltà sul piano audiovisivo, pur senza risultare mai un’operazione fine a se stessa, cosa che al contrario, in altri casi, mi ha spinto ad allontanarmi emotivamente da un film. La sperimentazione visiva è interessante ma spesso gli autori finiscono con l’autocompiacersi in un loop di videoarte pura che difficilmente riesce a trasmettermi qualcosa che abbia la parvenza di un’emozione. In tali ambiti, infatti, il regista sperimenta e punta all’innovazione ma lo fa correndo sul filo del rasoio col sovente rischio incombente di soddisfare solo se stesso. Invece in Excess flesh si assiste ad una sorta di sperimentazione per così dire “controllata”. Il regista Patrick Kennelly da vita ad un rapporto tra immagini e sonoro strettissimo che riesce a superare anche il rischio di messa in scena del semplice videoclip: ogni suono, ogni rumore, ogni nota accompagna efficacemente le ossessioni di Jill e Jennifer e la telecamera si sofferma indagando ossessivamente su ogni più piccola espressione, movimento e stato d’animo. All’aspetto estetico curatissimo, sia sotto il profilo fotografico (forse a volte eccessivamente limpido e cristallino) che quello della composizione, si accompagna un’analisi intensa, lucida e spietata sulla psiche di una top-model e sul suo rapporto estremo e malato col cibo, suggerendo (in maniera abbozzata ma efficace) la presenza sullo sfondo di forti pressioni psicologiche provenienti dall’ambiente dell’alta moda della società losangelina (ma non solo). In ultima analisi, “Excess flesh” è cinema estremo, è un film gore senza effetti gore, che ti scuote l’anima e lo stomaco senza mai percorrere la strada semplice dell’effetto speciale visivo fine a se stesso.

Alfonso Balzano

IN BREVE

Bel film molto psicologico: un atto di accusa contro il sistema di cui sono vittime i teenager… Ottima fotografia, brave le attrice rating come  al solito basso su Imdb

Emanuele Alessandro Bianchi

Mi è piaciuto……. anche se fino alla fine pensavo a una cosa che poi invece si è rivelata diversa (o almeno credo). Comunque molto ipnotico e morboso. Il sonoro mi ha fatto venire in mente un Tati o uno svankmajer versione putrida

Fulvio Petri

L’ho trovato un po’ cosi’.. Chi l’ha definito “disturbante” vorrei vederlo davanti a ben altre cose; di disturbante ho trovato a tratti la recitazione. Di contro, ottima l’atmosfera da new horror con sottotesto psico-sociale, tipo Starry Eyes per intenderci, e, quando appunto la recitazione non latitava, convincenti le protagoniste, la meno bella sopratutto. Che qualcuno mi spieghi il finale per favore 😉

Riccardo Himmel