American Gothic (Film)

American Gothic –  John Hough (Regno Unito, Canada – 1988)

Durata: 96′ – genere: Horror

Un’isola al largo di Seattle diventa teatro di questa vicenda nella quale un gruppo di ragazzi, costretti ad un atterraggio non previsto, si troverà ben presto a scoprire un luogo sperduto, apparentemente disabitato, nel quale il tempo sembra essersi fermato per almeno un secolo. Qui avverrà, infatti, l’incontro con una famiglia molto particolare, costituita da due genitori e tre figli adulti ma con il cervello di tre bambini. La famiglia vive rispettando rigide regole morali secondo le quali l’unica legge è la Bibbia, rinnegando la modernità ed i suoi modi peccaminosi di vivere: questo ambiente morboso ma sempre credibile sarà teatro di una serie di omicidi nei quali i giovani malcapitati perderanno la vita.
Questo film, datato 1988 e firmato da John Hough, è senz’altro originale: l’atmosfera soffocante che si respira per quasi tutta la sua durata è genuina ed è costruita quasi esclusivamente dall’ambiente nel quale la vicenda si svolge. Il focolare domestico con i suoi stretti legami perde le sue caratteristiche di sicurezza e di impenetrabilità, la legge di Dio ne è la sola guida eppure Dio è tremendamente lontano: più vicine, invece, sono le atmosfere malate e perverse della famiglia Leatherface. Il ribaltamento finale di fronte fra vittima e carnefici, caratterizzato da un’interessante involuzione psicologica di Cynthia, diventa una sorta di macabra redenzione nella quale una somma di ingiustizie costruisce la nuova giustizia.
La trama è ben girata e diretta badando sostanzialmente al sodo, i due capifamiglia (Pa e Ma) sono ottimamente interpretati dai bravi Rod Steigered Yvonne De Carlo, la violenza è suggerita con efficacia seppur priva di sottolineature splatter. Molto bella la sequenza nella quale alla nuova componente adottiva della famiglia, Cynthia, viene mostrata la stanza delle bambole: la sala nella quale sono appesi i cadaveri dei suoi vecchi amici e quelli mummificati di vittime di precedenti omicidi è asfissiante. Ed i piccoli resti della bambina, diventata un macabro bambolotto giocattolo, sono il mezzo capace di invertire i ruoli sul finale della pellicola.
Nonostante il film sia privo di rimandi gotici rievocati dal titolo, provenienti esclusivamente dall’omonimo quadro di Grant Wood, si tratta di un buon lavoro, interessante, originale e godibile, capace di attrarre e colpire privandosi di orpelli e di finezze che potrebbero apparire ridondanti. Probabilmente non un classico, sicuramente una pellicola da rivalutare.

Marco Vadda

Buon horror(con un apprezzabile Rod Steiger), discretamente folle e con un’atmosfera che per lunghi tratti risulta azzeccata. Derivato in parte da “Non aprite quella porta”, si concentra a denunciare certo fanatismo religioso tipicamente americano e a descrivere il trauma di una madre scaturito dalla perdita del figlio (descritto forse in maniera non del tutto ottimale).Violenza dosata ed efficace,e ritmo mai blando. In definitiva non ci si annoia.

Denis Di Nicolò