Il pianeta delle scimmie (Film)

Il pianeta delle scimmie (Planet of the Apes) di  Franklin J.Schaffner (Usa/1968)

Durata : 112’ Genere : Fantascienza

 

Un gruppo di astronauti membri di missione esplorativa nello spazio il cui scopo é la ricerca di nuove fonti di vita atterrano su un pianeta che scopriranno essere popolato da scimmie civilizzate in grado di parlare mentre quelli che sembrano esseri umani vivono come selvaggi e allo stato brado. Unico sopravvissuto dell’equipaggio George Taylor entrerá progressivamente in conflitto con la comunitá scimmiesca, soprattutto con il professore Zaius ministro della scienza che difensore della fede, che lo percepirá fin dal principio come una minaccia ma aiutato dai ricercatori Cornelius e Zira riuscirá a scoprire il segreto dell’evoluzione del pianeta….

Tratto dal celebre romanzo di Pierre Boulle rispetto al quale presenta importanti e decivise differenze (Vedi il pianeta sul quale si svolge la vicenda, il rapporto uomo-scimmia e il finale) uno dei film chiave dello Sci-fi arrivato quando questo era oramai uscito dal suo periodo classico e si aprestava a fondersi con altri generi ; ed infatti „Il pianeta delle scimmie” parte come una space opera per poi evolvere come un western bizarro e medioevale (la divisione sociale tra gorilla, oranghi e scimpanzé) nel quale le scimmie sarebbero i cowboys e gli umani gli indiani e concludersi in maniera inattesa e scioccante con un indimenticabile finale postapocalittico da antologia che ribalta in un colpo non solo la struttura temporale e spaziale della vicenda, il film infatti si svolgerebbe nel futuro, ma diventa anche  l’allegoria di un avvertimento ma anche di un presagio bibblico oltre che storico ( Il film infatti seppure velatamente fa riferimento alla corsa allo spazio all’epoca in pieno svolgimento tra Stati Uniti ed Unione Sovietica). Rivisto oggi la regia di Schaffner puo’ forse sembrare troppo schematica per non dire semplicistica, non era d’altronde un regista avezzo alla fantascienza, e certe situazioni e dialoghi (i faccia a faccia tra Taylor, chiamato per buona parte del film come Occhioni dalla professoressa Zira, e il leggendario dr.Zaius che nel libro aveva un ruolo piú defilato) sembrano apparentemente interrogazioni da scuola elementare ma comunque in grado di suscitare quesiti centrali sulla specie e l’evouzione di questa ( il film come il romanzo d’altronde sarebbe anche una specie di rivisitazione dei principi darwiniani). Fu’ uno straordinario succeso di pubblico che vinse l’Oscar per gli effetti speciali e che genero’ ben quattro sequel in quattro anni prima di diventare una serie tv, un cartone animato ma anche un serie di fumetti Marvel per poi riproposto come remake nel 2001 da Tim Burton dando inizio ai successivi reboot. Nel cast un atletico Charlton Heston nel ruolo di Taylor, un irriconoscibile Roddy McDowall nel ruolo di Cormelius, Linda Harrison nel ruolo di Nova, che sfoggia un similbikini alla Ursula Andress decisamente mozzafiato,  mentre il make-up é tutto merito del truccatore John Chambers conosciuto per aver creato le celebre orecchie a punta del dr.Spock di Star Trek mentre la sequenza finale venne realizzata in matte painting. Musiche di Jerry Goldsmith venne girato tra Colorado e California. Una curiositá : Per interpretare il Dr.Zaius venne opzionato Edward G.Robinson che alla fine declino’ l’offerta in quanto per via della sua tacchicardia non avrebbe potuto sopportare lo stress generato dale lunghe ore di preparazione mentre addirittura Ingrid Bergman venne contattata per interpretare il ruolo di Zira. É stato inserito nella lista dei film dove vengono prounciate alcune delle frasi che hanno fatto la storia del cinema quali  «Toglimi quelle zampacce di dosso, maledetto sporco gorilla!» ma soprattutto «Voi uomini l’avete distrutta! Maledetti, maledetti per l’eternità, tutti!»

(Antonio DI CARLO)