La farfalla sul mirino (Film)

La farfalla sul mirino di Seijun Suzuki – Giappone (1967)

Durata:109′ – Genere: Noir Drammatico Grottesco

Un killer professionista si innamora improvvisamente di una misteriosa “dark lady”. Durante la loro storia d’amore, all’uomo viene dato un importante incarico: uccidere in una frazione di secondo , servendosi del suo fucile di precisione, un non ben specificato individuo. Purtroppo durante la missione,proprio quando il killer centra il bersaglio, una farfalla si posa sul mirino della sua arma ,facendolo sbagliare. Sarà una lunga fuga dai terribili Yakuza.
CHI E’ SEIJUN SUZUKI?
Prima di parlare di “Koroshi no rakuin”(questo è il titolo originale dell’opera), bisognerebbe quantomeno spendere due righe su chi lo ha partorito. Il signor Seijun Suzuki (classe 1923) è senza dubbio uno dei massimi rappresentanti del cinema pop nipponico (quello più strampalato per intenderci), soprattutto grazie a pellicole quali “Tokyo drifter” o l’ironico “Ufficio investigativo 23: Crepate bastardi”, produzioni estremamente povere in quanto a budget (la Nikkatsu, una delle case di produzione più vecchie del paese, era solita far durare le riprese poco meno di dieci giorni), ma pregne di stile e fantasia .
LO STILE DI SUZUKI – Sensei:
le ristrettezze economiche portano gli artisti a sfruttare quel poco che hanno a disposizione, riuscendo spesso e volentieri a cucirsi involontariamente addosso uno stile che si porteranno avanti per tutta la durata della carriera. Seijun non fa eccezione , tant’è che ogni sua produzione ha degli elementi ben precisi che le accomunano ; oltre ad una totale anarchia narrativa , ed un astrattismo visivo avvolgente e magnetico, le peculiarità di questo immenso maestro sono senza dubbio l’ironia grottesca tipicamente “Made in Japan” e ,ultima ma non ultima, un’evidente avversità verso la cultura statunitense (retaggio di un passato tristemente noto a tutti).
IL FILM :
Etichettare “La farfalla sul mirino” come semplice “noir”(nonostante la presenza della “femme fatale ” di turno) o “Yakuza movie”, oltre ad essere riduttivo ,é probabilmente irrispettoso nei confronti di una pellicola che tenta di contaminare svariati generi in maniera originale e innovativa (tenendo conto dell’anno di produzione).
Attraverso una narrazione completamente slegata, l’autore si comporta proprio come un piccolo chimico, miscelando sapori diversi ma tenuti assieme grazie al suo incredibile estro visionario. L’anarchia narrativa ,però, è solo uno dei tanti tasselli che compongo questo stranissimo e affascinante gioiello giapponese; il film ,grazie anche ad un montaggio sperimentale e straniante, spezzetta la coerenza narrativa in tanti piccoli mosaici, splendidamente fotografati in un bianco e nero a metà strada tra il gotico e l’espressionista, con giochi di luci ed ombre che gettano un alone senz’altro spettrale, sia all’intera cornice filmica, sia ai personaggi ,complessi e difficilmente inquadrabili. Un film, questo, che offre un caleidoscopio di sensazioni (alcune delle quali molto epidermiche e prettamente sensoriali), che trovano compimento in un vero e proprio esperimento filmico della durata di 98 minuti che sembra anticipare lo sciamano Lynch di svariati anni. “La farfalla sul mirino” andrebbe quindi visto per capire il moderno cinema giapponese(Miike e Sono su tutti) e occidentale ( una scena di questo film verrà citata minuziosamente da Jarmusch nel suo “Ghost Dog”). Emotivo,inquietante,romantico,sensoriale,ironico,criptico,e molto altro.
P.S: dopo l’uscita del film la Nikkatsu licenzierà in tronco il povero Suzuki, costringendolo ad un periodo di allontanamento forzato che durerà ben dieci anni.

Denis Di Nicolò