L’uomo che visse nel futuro (Film)

 

L’uomo che visse nel futuro (The Time Machine) di George Pal (Usa,Uk/1960)

Durata : 103’ Genere : Avventura, fantascienza

Il 31 Dicembre del 1899 l’inventore George Wells annuncia di aver concepito una macchina per viaggiare nel tempo, la cui forma ricorda una curiosa vasca da bagno, che lo porterá fino all’anno  802701….

Tratto da un classico della letteratura fantascientica, forse il piú famoso assieme a „La guerra dei mondi”, di H.G.Wells un classico del cinema sci-fi che paradossalmente apre il decennio che porterá il genere al declino passando dallo status di „popolare” a quello di „fandom per appassionati” che comunque si distingue per la sua apertura verso altre tematiche alternando la dimensione tecnica (vedi i dettagli dalla macchina considerata da molti come precursore dello „Steampunk”) a quella fantastica (i viaggi del protagonista). Rivisto oggi, come sempre in questi casi, gli effetti speciali in stop-motion del quale il regista Pal era un esperto sono decisamente superati come l’ingenuitá e l’ottimismo del protagonista principale (interpretato da un superbo Rod Taylor)  che viaggia sognando, e sperando, un futuro migliore , pretesa poi puntualmente smentita malgrado gli Eloi del futuro sembrino essere dei figli dei fiori ante litteram, ma resta comunque un esperienza unica che riassume bene lo spirito nel periodo in cui il film venne realizzato (era l’epoca della cosiddetta „Corsa allo spazio” ma anche della „Minaccia atomica”) e che comunque sará una fonta d’ispirazione inevitabile per cult successivi quali per es. „Ritorno al futuro” e „L’armata delle tenebre” che sembrano entrambi riprendere il tema del „Paradosso temporale” del film di Pal. Genero’ un, noioso, remake realizzato nel 2002 ma sopratutto un curioso e bellissimo spin-off realizzato nel 1979 dal titolo „L’uomo venuto dall’impossibile” nel quale l’attore Malcom McDowell, per una volta in un ruolo non da cattivo, intepreta proprio  H. G. Wells che con l’ausilio dei una „Time machine” dá la caccia addirittura a „Jack lo squartatore”.

(Antonio DI CARLO)