Phantasm: Ravager (Film)

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Phantasm: Ravager (o Phantasm V) di David Hartman (USA,2016)

Durata: 85′ – Genere: Horror

Ritornano in scena le vicende dello spietato Tall Man (interpretato da Angus Scrimm che, purtroppo, ci ha lasciato nel gennaio del 2016) contrastato da un determinato Reggie “codino” Bannister, più in forma che mai.
In questo quinto episodio, Don Coscarelli, creatore della saga di Phantasm, si dedica solo alla produzione e alla scrittura, lasciando la regia al televisivo David Hartman.

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Il film nasce da una serie di filmati effettuati da Hartman e Bannister
per una web serie “Reggie’s Tales” mai più realizzata.
Phantasm V è una gioia per gli occhi per gli amanti della saga perchè ritornano in gran spolvero tutti i personaggi e gli elementi che ne hanno decretato il successo negli anni, tra cui in particolare, il succitato Tall Man, un becchino alto e snello con l’hobby di trafugare cadaveri, al fine di trasformarli in nani dal sangue giallo, pronti per essere spediti sul suo pianeta rosso come schiavi; per non parlare delle sue sfere volanti assassine alla ricerca di crani da trapanare e sangue da far schizzare a fiotti.

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Le atmosfere spaziano dall’horror allo splatter passando per il fantasy e la fantascienza creando una strana amalgama, il cui sapore è arricchito dalla natura semi-indipendente di quest’opera. Per la precisione, arricchito o impoverito perchè questo come tutti altri episodi della saga non sono stati mai realizzati con grossi budget. Pertanto ritengo che il gradimento o meno degli stessi sia demandato direttamente alla sensibilità soggettiva dello spettatore.
Sottolineo questo aspetto perchè considero questo Phantasm Ravager un lavoro riuscito e coinvolgente, se visto nell’ottica dell’omaggio ad un’epopea e ad un certo modo di fare horror, tipicamente anni ’80, che tutti i nostalgici come me, non potranno che apprezzare. A tutti gli altri, gli spettatori più smaliziati o quelli orientati a forme più articolate o estreme di horror, forse questo quinto episodio potrebbe apparire indigesto per alcune sbavature tecniche o per una certa sensazione kitsch che a volte si respira durante la visione di alcune scene del film.

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Anche il soggetto merita una precisazione: ho trovato personalmente gradevole, l’idea di raccontare la storia in bilico tra la follia e la lucidità, tra realtà e dimensioni parallele attraverso continui salti temporali e spaziali: il protagonista, vecchio e decrepito, è o sembra essere stato ricoverato in un manicomio, per cui fino alla fine lo spettatore è invitato a capire quale sia la verità.
Tuttavia, qualcun altro potrebbe parlare (non a torto) di scarsa originalità dato che non sono poche le somiglianze con il bellissimo Bubba Ho-Tep (dello stesso Don Coscarelli) o con alcuni risvolti della storia di Ash vs Evil Dead Stagione 2 (anche se questa in realtà è stata realizzata dopo).

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Don Coscarelli comunque è sempre stato un regista in gamba per cui mi auguro di vedere al più presto sue nuove opere, anche perchè è rimasto uno dei pochi a continuare a raccontare imperterrito un certo tipo di horror.

Alfonso Balzano