Il pianeta proibito (Film)

Il pianeta proibito (Forbidden planet) di Fred M.Wilcox (Usa/1956)

Durata : 98` Genere : Fantascienza

In missione su Altair IV l`equipaggio dell`incrociatore C-57-D agli ordini del comandante Adams indaga sull`esito della spedizione Bellerofonte e soprattutto cerca ci capire chi sia in realta’ il misterioso ed inquietante Dottor Morbius, unico sopravvissutto della spedizione che conduce su Altair IV una vita da eremita…

 

Tratto ufficialmente dalla commedia teatrale “La tempesta” di William Shakespeare (anche se poi c`e’ molto dei romanzi di H.G.Wells, Jules Verne e Isaac Asimov) un classico dei classici definito come il “Via col vento” della fantascienza che ha gettato praticamente le basi di tutte le grandi saghe spaziali degli anni successivi ( vedi “Star trek”, “Guerre stellari” ed “Alien”) ; Rivisto oggi non ha perso niente della sua bellezza estetica ( indimenticabile l`atterraggio dell`incrociatore la cui forma ricorda quello di un disco volante) e la colonna sonora elettronica,  i colori sgargianti come come gli scenari sconfinati, grazie soprattutto all`uso del cinemascope e al contributo di George Folsey in qualita’ di direttore della fotografia, e gli effetti speciali della Disney sembrano quasi una sfide alle odierne tecniche digitali mentre il concetto chiave di “forza oscura motore dell`universo” che alimenta il mistero del dottor Morbius, e del suo laboratorio in stile Frankenstein futuristico, rappresenta per il genere sci-fi il salto di qualita’ verso quella argomentazioni di tipo filsofico che verranno ripresi a differenti livelli ed ambizioni in “2001 : Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick e in epoca recente in “Prometheus” di Ridley Scott. Tra i protagonisti Leslie Nielsen, al suo secondo film , che interpreta il comandante Adams (antenato del capitano Kirk e Han Solo) e Anne Francis nel ruolo di Alta la figlia di Morbius interpretato da  Walter Pidgeon ( che in Italia recitera’ con Toto’ ne “I due colonnelli” di Steno) ma il vero protagonista e’ senza dubbio il goffo ed intelligente robot tuttofare di Morbius Robby dalla inconfondibile silhouette ( Testa a campana trasparente, le braccia e cortissime e gambe che ricordano l`omino della Michelin) che fedele alle leggi della robotica di Asimov  manifestera’ una tale devozione al suo padrone da ordinare la sua disattivazione e che diventera’ il simbolo dell` essere meccanico assistente dell`essere umano che avra’ tra i suoi successori D-3BO e C1-P8 di “Guerre stellari” , Johnny 5 di “Corto Circuito” ma anche gli androidi Ash e Bishop della saga di “Alien” e “Robocop” di Paul Verhoeven ;  il successo di Robby malgrado il sequel “Il robot e lo Sputink” del 1957 risulto` in seguito cosi epocale da diventare anche avulso al suo film di riferimento tanto da essere citato i film e telefilm non fantascientifici e programmi televisivi per bambini.

(Antonio DI CARLO)