Session 9 (Film)

 

SESSION 9 di Brad Anderson USA 2001

Durata: 100′ – Genere: Horror Psicologico

Trama: un gruppetto di operai è incaricato di smantellare l’amianto da un vecchio ed enorme ospedale psichiatrico, che ben presto si rivelerà fonte di sottili e crescenti disagi, fino a sconfinare nel mistero e nell’angoscia più totale.

Capolavoro assoluto del cinema thriller moderno.
Un film inquietante nel profondo, ammaliante e immensamente suggestivo(che poi sono gli elementi che a me personalmente interessano di più, preziosi quanto rari). A venir fuori, oltre alla paura, è un’intensa descrizione dell’alienazione mentale e della solitudine legata ad essa; l’angosciosa strada verso la “risoluzione del mistero” è un percorso senza ritorno, dove i personaggi mostrano tutti un lato “sinistro”, eccitato dal manicomio disastrato che si ritrovano a dover smantellare.

Diretto, recitato, fotografato e montato splendidamente, il film (complice anche una location strepitosa) crea un’atmosfera di misterioso terrore, di impalpabile ansia e di inevitabile annientamento. Tanti sono i dettagli da riscoprire ad una seconda visione, e magistrale è l’ambiguo finale, dove vengono annullati i confini tra razionale e irrazionale, demoni interiori e demoni “esteriori”.


I tempi narrativi sono lenti, avvolgenti, ipnotici; non è una pellicola da popcorn, né un horror convenzionale.
Sottovalutato alla sua uscita, sta diventando giustamente un cult movie col tempo: personalmente non esito un secondo a dargli lo status di capolavoro.
Non per tutti, “session 9” è un film che restituisce al cinema ansiogeno la propria dignità autoriale e artistica, oltre a quella dell’intrattenimento di lusso.

Fulvio Petri