The bay (Film)


The Bay di Barry Levinson (USA, 2012) Durata: 84′

Genere: Found footage, Horror, Mystery, Sci-fi

Ma Barry Levinson chi? Quello dello straordinario racconto di Sherlock Holmes giovane in PIRAMIDE DI PAURA? Cioè quel Levinson? Quello che ha diretto “Good morning Vietnam”, “Rain man” e “Sleepers”? Ma dai? Quel Levinson che ha 74 anni suonati??? NON CI POSSO CREDERE!! Come è possibile che un film così MODERNO (anzi oltre) come THE BAY possa essere stato diretto con tale abilità da un regista, diciamo così classico o comunque orientato al grande pubblico?

Il bello però che THE BAY non è solo moderno ma incredibilmente INNOVATIVO a livello di linguaggio filmico. Questo perchè la linea narrativa principale, incentrata sulla storia di un’epidemia (e più non dico per non spoilerare), è spezzettata in una decina e più di sub-plot che convergono, per tutta la (snella) durata di 84 minuti, verso un finale, assolutamente non trascendentale ma che atterrisce e sgomenta per i suoi risvolti socio-politici.

Siamo governati dalle bugie e le menzogne sono più importanti anche della vita umana. Ma al di la del significato politico, quello che annichilisce del film di questo “giovane settantaquattrenne” è la scelta di affidare il racconto di quella decina di linee narrative agli strumenti più disparati: racconto giornalistico, radio, telecamere di sorveglianza, cellulari, videocamere, tablet, videochiamate in skype, telecamera a bordo di mezzi pubblici, videoconferenze, ecc. ecc.

A tutto questo (che già non è poco) aggiungete un montaggio dinamico e intelligente che riesce a punzecchiare continuamente l’attenzione dello spettatore, portando avanti quelle 10 e più narrazioni, da DIVERSI punti di vista in maniera assolutamente lineare e comprensibile. Lasciate stare quelle scritte strombazzate sulla locandina: DAI PRODUTTORI DI INSIDIOUS e PARANORMAL ACTIVITY.

Questo film è uscito in sordina e non ha nulla a che vedere con quei titoli (anche se è vero che alla produzione c’è quel furbastro di Oren Peli): THE BAY è un horror POST-moderno straordinario, anche se centellina i propri momenti di spavento puro, concentrandoli solo in alcune scene. E per una volta, nessuno potrà permettersi di criticare quella tanto odiata (e abusata) tecnica del found-footage perchè, mai come in questo caso, rappresentava l’unica modalità per rendere in maniera davvero efficace il senso di una tale storia. Ovviamente chi odia questo genere di film per il mal di testa che questi procurano, ne stia debitamente alla larga perchè a volte le riprese sono davvero da mal di mare. Per tutti gli altri, un film assolutamente da non perdere.

Alfonso Balzano