THE EVIL WITHIN (Film)

THE EVIL WITHIN di Andrew Getty (USA 2017)

Durata: 98′ – Genere: Horror

Impressionante. Disturbante. Geniale. Così potrei riassumere questo filmone spaventoso, che mi ha fatto venire la pelle d’oca più volte e mi ha rapito fin dall’inizio con immagini così allucinatorie e surreali da farmi gridare al “post horror”, dopo il “neo horror”. Il tema è quello dello sdoppiamento d’identità. Ma se pensavate che McAvoy in Split aveva reso al massimo, guardatevi questo attore nella parte di un ragazzo ritardato affetto da una crescente crisi psicotica e ditemi se non merita un oscar. Il film si apre con una ventina di minuti memorabili, di visioni ed immagini continue, assurde ma da brivido. Poi pian piano diventa un film horror con tutti i crismi, una storia già vista più volte (ragazzo disabile accudito dal fratello più grande, allucinazioni, visioni, confusione tra sogno e realtà, sdoppiamento e sostituzione della personalità. Ok. Ma il COME viene reso tutto questo è semplicemente una goduria inenarrabile per gli occhi, oltre che uno stimolante per emozioni profonde e scomode. Mette disagio questo film. Ha ambiguità e lascia socchiuse alcune porte. Ma soprattutto, e qui è lato post horror, gioca sulla resa delle visioni ed allucinazioni in modo davvero innovativo e sorprendente. Nota di merito ulteriore alla regia e alle musiche. Se il film avesse mantenuto per tutto il tempo il livello visionario della prima quarantina di minuti sarebbe un nuovo AEGRI SOMNIA, o addirittura un esperimento dell’assurdo, invece la “normalizzazione” della parte centrale, fino al piuttosto potente finale, lo rende un horror psicologico di altissima qualità, senza farci gridare al capolavoro. Con una prima parte così, avrebbero potuto persino osare di più. Ma siamo pur sempre in presenza di uno dei “neo-horror” migliori dell’ultimo anno, e soprattutto una delle rese più indelebili e disturbanti sul tema dello sdoppiamento, davvero memorabile. Molti film hanno questo stesso titolo, assicuratevi che sia quello di quest’anno e con questa cover (sì, lo so, in primo piano c’è proprio Lui, sebbene non protagonista, è sempre una garanzia.

Claudio Marucchi

N.B.: questo film NON HA nulla a che vedere con l’omonimo videogame di Shinji Mikami