The neon demon (Film)

the-neon-demon-5

The Neon Demon di Nicolas Nicolas Winding Refn (Francia, Usa, Danimarca, 2016) Dur: 118 min – Genere: Horror Drama

L’ultima opera di Nicolas Winding Refn è un’autentica esperienza sensoriale nonchè una gemma filmica di rara bellezza estetica. La parola d’ordine per il regista danese per questo film è stata sperimentare e osare continuamente sul piano visivo, forse a discapito di una certa compiutezza, sul piano narrativo e simbolico. Per questo motivo, chi è interessato a seguire una storia originale o interessante, lasci perdere subito questo commento e questo film. Per tutti gli altri che considerano il cinema come un’arte eterogenea e multiforme, nella quale l’aspetto della narrazione è SOLO UNO dei tanti aspetti da considerare nella valutazione di un film, allori si accomodino pure sul vagone, stringano forte la propria cintura e si preparino a vivere un’esperienza intensa ed emozionante, sulle montagne russe allestite dal regista, all’insegna di una ricerca estetica estrema ed ossessiva ma raramente fine a se stessa.
Per capirci, a mio parere personale, Refn ha firmato il suo capolavoro con “DRIVE”, con il grande merito (tra gli altri) di sdoganare lo splatter nell’ambito del cinema d’autore, mentre ho trovato interessante visivamente ma incompiuto, il suo successivo “SOLO DIO PERDONA”, perchè la ricerca estetica non ha raggiunto le stesse vette di questo THE NEON DEMON in cui si può dire che, il nuovo percorso stilistico intrapreso dal regista ha raggiunto la piena maturità. A mio modo di vedere, THE NEON DEMON, nonostante presenti pochissime scene horror in senso stretto, rappresenta uno dei migliori film di quest’annata, affiancandosi al “31” di Rob Zombie, seppur per motivi diametralmente opposti, sopratutto sotto l’aspetto visivo, perchè entrambe le opere trasudano di amore e di passione per il cinema e per il genere horror.

Alfonso Balzano

the-neon-demon-4

***

Il nuovo film di Refn è sicuramente un’immersione nell’estetica più pura, raramente capita di vedere immagini così curate, una regia che esalta ogni dettaglio, i colori, la consistenza, l’estasi visiva e sensoriale, davvero impressionante. Il problema è che questa scelta divora il film, schiacciandolo eccessivamente su quell’unico binario. La storia è semplice, l’ambiente è quello adatto a esporre così tanta potenza estetica: il regno della moda e delle modelle. Le attrici riescono a sorreggere magnificamente il film. Ho apprezzato l’aspetto simbolico, piuttosto evidente, ed il modo in cui la protagonista perde la propria innocenza e purezza, trascinata nel vortice del narcisismo, fino a cambiare radicalmente sguardo e atteggiamento, e rendendo quindi impossibile fermare l’azione distruttiva delle sue nemiche. Peccato per i ritmi, troppo soporiferi (c’è modo e modo di fare un film lento, qui si sono dilatati i vuoti riempiendoli di colore e forma), e per la differenza abissale tra la pochezza essenziale della trama (sicuramente voluta) e la potenza visiva maestosa, che nel mio caso ha amplificato la sensazione di vuoto e scollamento. Come ha detto in modo illuminante Rain D’Annunzio alla fine della visione: “mi è sembrato di assistere ad una lunghissima pubblicità”.

Claudio Marucchi

the-neon-demon-3

***

Devo essere sincero, a me la “piega” registica di Refn presa in particolare a partire da “Solo Dio perdona” mi fa rimpiangere il capolavoro assoluto che è Drive…. ma parlo solo di gusti personali, perchè questo “The Neon Demon” e lo stesso “Solo Dio perdona”, sono una magnificenza per occhi e orecchie, sono film che ti ipnotizzano letteralmente e ti lasciano sbigottiti…devo ammettere che in quanto a scelta di immagini, colori accoppiati a suoni e musica sono un’esperienza perlomeno “particolare”, io ne sono rimasto sbigottito!
Si lo so, sembra che io mi contraddica mentre scrivo ma non è così; a me sarebbe piaciuta più storia e invece Refn mette in scena una storia brevissima e sottolinea moooolto lentamente due concetti: il mondo della moda è un mondo di Iene(non dico “lupi” altrimenti la mia amica Lisa se la prende con me ^_^), a proposito grande come sempre l’interpretazione di Jena Malone :-) , il profitto e l’affermazione sociale sono l’unico “credo” che hanno, tutti senza esclusione……e il secondo è….. non tutto è in realtà come appare!
Così come Jesse non è quella giovane dolce, amabile e sprovveduta in cerca di amicizia vera, supporto e stipendio per sopravvivere in un mondo che l’ha tratta male privandola persino dei genitori….. anche Ruby non è l’amica del cuore che s’intenerisce di fronte alla povera e giovane Jesse che cerca di farsi strada con “timidezza” nel suddetto “mondo di Iene”!!!
In definitiva, pur non essendo il mio film preferito di Refn, riconosco che a livello visivo è un’esperienza da fare, che ti trascina fino alla fine o…ti fa uscire dalla sala cinematografica incaz…volato per aver speso i soldi del biglietto….io ho sperimentato la prima “opzione”. Consigliatissimo!!!

Carlo Conti

the-neon-demon-1

***

Sembra una versione femminile e “alla moda” di Dorian Gray.
Visivamente sontuoso, come già ribadito da tutti, e anche parecchio noioso. Il film è bello ma a mio avviso pretenzioso e con quella vena “forzatamente autoriale”. Quella lentezza forzata…fai una domanda ad una persona, tre minuti di silenzio…un cenno. Madonna che pesantezza!!! E sì che a me piacciono i film lenti.
Non lo boccio assolutamente, ma c’è qualcosa che non funziona.

Dario Menace Vicariotto

the-neon-demon-2

***

A parte “Bronson” non amo il cinema di Refn e quelli che ho visto successivamente e anche più volte nel caso mi fosse sfuggito qualche dettaglio non mi hanno entusiasmato. Certo che con “The Neon Demon” che ha spodestato quello che fino a poco tempo prima era il mio preferito e cioè “Bronson” abbia mirato non alla furbata ma semplicemente discostarsi dal suo modo di fare cinema con un’opera totalmente diversa:per molti questo non si può classificare horror per me sì, lo è a tutti gli effetti magari non seguendo le regole del genere ma elaborandole in modo diverso. Ciò che vi ho trovato in questo film è una sola parola: PERTURBANTE (termine che non ritrovo in parecchi horror coevi) ma che per questo film ha riportato un più alto grado di tensione psicologica e una costruzione dell’impianto onirico che mi ha sbalordito e ammaliato cercando di scavare dentro lo spettatore. Penso che Refn sia riuscito nell’impresa (almeno per me è stato un vero tuffo nell’inquietudine) per altri che non l’hanno compreso a pieno o comunque sono rimasti disortientati, consiglierei di rivederlo…

André Lechat