TRANSFER (Corto)

TRANSFER di David Cronenberg (Canada, 1966). Durata: 7 minuti

Nel 1966, David Cronenberg scrive produce e dirige il suo primo corto in 16 millimetri in cui racconta una storia semplice di uno psichiatra (Mort Ritts) ed il suo paziente (Rafe Mcpherson) sullo sfondo di un paesaggio innevato congelato.

All’epoca Cronenberg era uno studente ventitreenne che studiava letteratura inglese e lingue. Inizialmente iscritto presso l’Università di Toronto per studiare scienze, cambia il corso durante il suo primo anno quando capisce che non sarebbe potuto diventare uno scienziato che scrive film. Cronenberg quindi cerca altre strade per esprimersi. Ispirato da un compagno di classe, David Secter, Cronenberg inizia a specializzarsi nella tecnica cinematografica, girando due cortomegraggi, in 16 mm, “Transfer” e “From the Drain”.

Anche se c’è poco delle ossessioni viscerali sanguinose che segnano alcuni dei suoi lavori successivi, Transfer accenna al suo interesse per la medicina, la psichiatria e la relazione tra medico e paziente, che avrebbe poi sviluppato in The Brood (1979), Scanners (1980), Inseparabili (1988) e ovviamente Dangerous Method (2011) dove esamina il rapporto tra Carl Jung, Freud e la prima psicoanalista donna Sabina Spielrein. Cronenberg ha infatti dichiarato che quest’ultimo film rappresenta la chiusura del cerchio iniziato con la realizzazione del suo primo lavoro, Transfer. A tal riguardo l’autore canadese, nel suo libro “Cronenberg on Cronenberg” dice: “Transfer”, il mio primo film, è una scena surreale con protagonisti due persone -uno psichiatra ed il suo paziente- seduti ad un tavolo, nel bel mezzo di un campo ricoperto di neve. Lo psichiatra è perseguitato dal suo primo paziente. L’unica relazione che il paziente abbia mai avuto, infatti, è stata con esso. Il paziente si lamenta poiché sovente ha cercato di rallegrare ed addirittura di far preoccupare il medico, ma nonostante tutto quest’ultimo continua a non apprezzarlo.

A detta di chi ha visto Transfer, si tratta di uno strano ed eccentrico corto, non un grande lavoro, ma pur sempre il primo Cronenberg e quindi in quanto tale, meritevole di visione.

Alfonso Balzano