Where the dead go to die (Film)

Where the dead go to die di Jimmy ScreameClauz (Usa, 2012)

Durata: 95′ – Genere: Animazione, Fantasy, Horror

Alfonso: Dunque, reduci dalla visione simultanea di questo “WHERE THE DEAD GO TO DIE” (USA, 2012 – Durata: 95′), film di animazione scritto, diretto, disegnato, montato e musicato da un unico autore James ‘Jimmy ScreamerClauz’ Creamer.

Caro Claudio Marucchi un pensiero a caldo?

Claudio: Impressionante, a tratti sconvolgente. Un lavoro magistrale, profondo, oscuro, violento ma mai fine a se stesso, c’è una profondità simbolica ed una cognizione filosofica che rendono quest’opera un piccolo capolavoro. Il tema della perdita dell’innocenza, del rapporto con la “bestia/ombra”, la necessità di non reprimere le energie oscure che ci abitano, c’è tantissima roba, e sono rimasto incollato allo schermo per via della portata allucinatoria e visionaria di questo prodotto, stupendo!

Alfonso: Esatto. L’aspetto psichedelico mi ha tramortito. Secondo me, il film parte male dal punto di vista della qualità dell’animazione in 3D, con quei corpi che si muovono male su fondali scialbi ma, man mano la qualità aumenta sempre di più, l’aspetto visionario diventa predominante e le tecniche utilizzate si diversificano, rendendo il tutto, una sorta di trip allucinato andato a male.
Ma su tutto, ovviamente, c’è il discorso di analisi simbolica che tu hai già brillantemente sintetizzato!

Claudio: a me ha sorpreso come si siano resi in forma concreta gli incubi peggiori che un bambino o adolescente potrebbe avere. Raramente ho trovato qualcosa di così archetipale, con l’abbondanza di occhi (il simbolo del padre) e tentacoli (simbolo della madre), per chi avesse già visto HARVEST LAKE di Schirmer, si riscontreranno incredibili isomorfismi simbolici. La prevalenza di nero e rosso (colori alchemici per eccellenza), il male ed il sangue, la tenerezza ed ingenuità dei bimbi impastata con la malvagità, la spietatezza e l’indifferenza degli altri. I loro sogni ed i loro incubi resi in immagini oscillano tra il candore struggente e l’orribilmente tremendo.

Alfonso: Sicuramente, quello metaforico, è un aspetto imprescindibile da considerare, nella valutazione di quest’opera che trovo davvero difficile da classificare (Horror estremo? Psychedelic-Horror? Psycho-Lysergic-Horror?) ma, non da meno, è la potente e violenta carica eversiva delle immagini. Tutta questa violenza, nonostante sia tendenzialmente stemperata dall’uso dell’animazione, mi ha comunque messo K.O.

Claudio: condivido, è annichilente, forse è studiata apposta per allentare i cordoni dell’argine che la razionalità pone a queste immagini… è un’iniziazione all’ombra!

Alfonso: Tu credi che, qualcosa del genere, sarebbe stata possibile con attori in carne e ossa?

Claudio: non sono convinto… sarebbe arduo, anche se alcuni tentativi ci sono stati. Ripeto, sebbene su altre basi, il finale di HARVEST LAKE ha una potenza visiva che richiama proprio gli archetipi visti qui. Poi ci sono esempi, come FLOWERS di Stevens, che vanno in quella direzione, ma il vantaggio dell’animazione è riportarci, con la memoria inconscia, alla dimensione dell’infanzia, quando di animazione ci nutrivamo. Questo ha un effetto dirompente nel legare immaginazione e percezione reale.


Alfonso: comunque, io credo che l’autore sia stato bravissimo nel presentare scene fortissime, senza sorta di compiacimento e in maniera gradatamente sempre più efficace. Se, nel primo episodio, il parricidio e successiva accoppiata zoofila mi ha sconvolto, è nel terzo episodio che la mia psiche ha assorbito un incredibile urto allucinatorio. Ti confesso una cosa: dopo questo film, ne ho iniziato a vedere un altro ma, mi sono addormentato sul divano, a metà tempo. All’improvviso, mi hanno telefonato e quando ho aperto gli occhi sono saltato perchè, a fianco a me, mi è sembrato di vedere il profilo in penombra di due persone sedute. Secondo me, non un semplice film di animazione, basato su scene violentissime, che si svincolano dalla trappola di qualsiasi moralismo, e connotato da simbolismi e interpretazioni psicologiche profonde ma anche esperienza visiva unica e irripetibile. Non ricordo di aver mai visto un film simile in vita mia.

Claudio: In sintesi, un lavoro imperdibile, di potenza inaudita, innovativo, che lavora profondamente nell’inconscio. Una perla unica e preziosa, da vedere e rivedere!