Non si sevizia un paperino (FILM NR.300)

Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci (Italia,1972)

Durata :102’ – Genere : Horror, Thriller

 

Ad Accendura, un paese di provincia del sud Italia, dei bambini vengono brutalmente assassinati e i sospetti convergono su un minorato mentale ma anche su una donna chiamata la « maciara » ; a scoprire l’agghiacciante veritá sará il giornalista di cronaca nera Andrea Martelli aiutato da Patrizia, un giovane donna tossica e ninfomane….

Scritto da Fulci con la collaborazione di Gianfranco Clerici (« Cannibal Holocaust », « L’anticristo ») e Roberto Gianviti uno dei film chiave del cosiddetto thriller all’italiana che miscela all’americana temi tipici del nostro cinema che fino a quel momento erano stati solo messi in scena in chiave comica o drammatico-neorealistica ( Il bigottismo, il voyeurismo, la superstizione, l’isteria popolare ) creando « un incubo reale, morboso paranoico e schizofrenico che spinge tutto all’estremo lasciando una sensazione fastidiosa a metá strada tra la catarsi e disturbo ». Non ha perso niente della sue forza e alcune sequenze ( vedi la morte della maciara) restano ancora oggi insostenibili e il finale é veramente di quelli che non ci si aspetta. Nel cast i compianti Tomas Milian nel ruolo del giornalista e Marc Porel in quello di Don Alberto mentre Barbara Bouchet e Florinda Bolkan , due delle attrici piú gettonate dell’epoca per i film di genere, interpretano rispettivamente Patrizia e la “Maciara”, Irene Papas e George Wilson. Il paese immaginario nel quale si svolge la vicenda dovrebbe essere quello di Accettura in provincia di Matera ma molte sequenze sono state girate in Puglia e in Abruzzo. In principio il titolo doveva essere « Non si sevizia Paperino » (una delle bambole che nel film vengono ritrovate vicino ai cadaveri dei bambini) ma vista l’opposizione della Disney si opto’ per l’articolo generico « un ». Ben curato negli effetti speciali, iperealistici, questi vennero supervisionati da un ancora poco conosciuto Carlo Rambaldi. Molti i problemi con la censura dell’epoca soprattutto per le scene di nudo che riguardavano adulti in presenza di bambini e stroncature dal parte della critica che lo qualficarono come « assurdo e gratuito » prima di essere recuperato solo a partire dagli anni 90. Volutamente soft la colonna sonora di Riz Ortolani che comprende anche il pezzo di Ornella Vanoni « Quei giorni insieme a te ». Due aneddoti : La lite tra Tomas Milian e Marc Porel fú vera in quanto i due non si sopportavano mentre nella famosa sequenza del nudo della Bouchet il bambino in realtá é interpretato dal nano Domenico Semeraro che divenne famoso come il « Nano di Termini » la cui vicenda ispirerá il regista Matteo Garrone per il suo « L’ imbalsamatore ». Conosciuto all’estero con il titolo ingelse di “Don’t torture a duckling”…

 

(Antonio Di Carlo)

 

Recensione dedicata a TOMAS MILIAN (1933-2017)