The Other Side of the Door

“The Other Side of the Door” di Johannes Roberts (India, Uk, 2016)

Durata: 96′ Genere: Horror

La cosa che sicuramente colpisce di più, a mio avviso, è sicuramente l’ambientazione in India, dove questo THE OTHER SIDE OF THE DOOR colloca una storia, dai sapori gotici, di quelle che, ahimè, siamo stra-abituati a vedere… Ciò non sta assolutamente a significare che i personaggi siano approfonditi (tutti servi o fantasmi che, nella scena più ESTREMA cucinano cibi a base di scarafaggi, però, c’è da dire che una piccola novità, la presenta: la congiunzione del classico repertorio horror, mista all’iconografia indù… La classica storiella horror, la coppia, 2 bambini, incidente catastrofico, et voilà… ecco la porta che divide il mondo dei vivi da quello dei morti… lei riportata in vita.. scatena l’inferno…
Da qui parte il classico e insopportabile repertorio, di fantasmi, demoni, pianoforti che suonano per conto proprio, uccelli morti, oltre ovviamente lei: la bambina indemoniata. In breve… torna a proporci cose viste e riviste … Attori: beh, a parte Sarah Wayne Callies, che s’impegna veramente tanto, e riesce quasi a sembrare credibile, gli altri lasciano a dir poco il tempo che trovano.. Oltre ad atmosfere tenebrose e veramente da paura, la regia che direi è l unica cosa degna di merito e lode, si avvale del “JUMP-SCARE, il “salto”, ottenuto dal magnifico montaggio. Film secondo me di sola presenza, xche la trama, purtroppo, intuibile, lascia intravedere,un finale a dir poco banale. Per me il film merita un 6, con un 7 d’incoraggiamento agli attori, e un 8 alla magnifica scenografia e alle musiche.

Claudia Vanni

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E’ un film se vogliamo banale e pieno di difetti, con idee straviste e una parte finale un po’ troppo ridondante (già dallo spiegone della governante si va peggiorando), ma ha una cosa che per me ormai è un pregio di primo piano: l’attesa. tutta la prima ora si basa su silenzi, scricchiolii e momenti minimali, che, sì, culminano spesso nel jump, ma non è spiacevole, mi appare quasi come un rituale; e devo dire che son messi nei momenti giusti. la sequenza del tempio è mirabile per senso di morte e di attesa, e tutto il film ha un’atmosfera gotica di senso di “mancanza”, rimorsi e rimpianto che comunque, nella sua semplicità, può colpire. io un sei e mezzo-sette glielo do.

Fulvio Petri

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Pur presentando una cornice tecnico/estetica inappuntabile, perchè in linea con la qualità delle produzioni ad alto budget, THE OTHER SIDE OF THE DOOR, distribuito appunto dalla 20th fox, fallisce miseramente sul piano emozionale perchè narrativamente troppo derivativo e intriso di luoghi comuni tipici dell’horror moderno di tendenza oggi, il quale basa il proprio fascino unicamente su quantità e qualità degli JUMP SCARES, presenti in quest’opera, in modalità “overdose”. In realtà il primo spavento me lo sono preso e mi è piaciuto pure, ma dal secondo in poi, il meccanismo mi ha annoiato rapidamente perchè il film non fa altro che incastonare questi momenti con situazioni banali e prevedibili, a tal punto che, dalle prime scene è già possibile presumere il terribile (qualitativamente parlando) epilogo (e raramente mi è capitato di pronunciare una frase del genere in passato, giuro). Tutto quanto c’è di buono, infatti, viene annullato da banalità e ovvietà disarmanti che fagocitano la narrazione e lasciano allo spettatore un senso di vuoto assoluto, al termine della visione, anche a prescindere dal plagio dell’idea di fondo del film, saccheggiata a piene mani da un famoso e bellissimo romanzo/film di S. King. PER ME ASSOLUTAMENTE SCONSIGLIATO: mi aveva attirato la produzione indiana/inglese ma, in concreto, questo film è al 100% americano in senso negativo, senza nulla togliere al cinema USA di qualità (Southbound ed Excess Flesh per esempio)”

Alfonso Balzano