As the gods will (Film)

AS THE GODS WILL di Takashi Miike (Giappone, 2014)

Durata: 117 – Genere: Horror surreale

Se qualcuno pensava che i giapponesi fossero persone fuori di testa, troverà in questo film tutte le sue conferme.

Tratto dall’omonimo manga, pubblicato anche in Italia, il film inizia in un’aula di scuola superiore, dove un pupazzo (Daruma) gioca ad una versione mortale di UN DUE TRE STELLA con gli alunni: infatti, chi di loro sbaglia, gli viene fatta saltare la testa, in un tripudio di sangue e biglie color rosso vermiglio (?!?!?). E più la storia prosegue, più gli eventi diventano surreali e sanguinolenti, ponendo lo spettatore in uno stato continuo di “WhatTheFuck”, ovvero di costante stupore e curiosità.

Peccato forse per la decisione di lasciare il finale sospeso, probabile conseguenza dell’idea di dare un seguito al film, sebbene qualche spettatore potrebbe anche apprezzare la soluzione di non fornire nessuna spiegazione. Quello che conta comunque è che il film rappresenti una gioia per gli occhi dello splatter fan (e non solo), capace di porre lo spettatore, fin dalle prime immagini, in una riuscita condizione di sospensione di incredulità, nonostante la fiera delle assurdità partorita dalla mente dell’autore del manga.

E’ infatti una fortuna che l’adattamento cinematografico di questo fumetto sia stato affidato al geniale nonchè prolifico Takashi Miike, che si permette anche il lusso di girare nel contempo altri film, producendo due-tre opere all’anno. Credo che nessun altro autore, a livello mondiale sarebbe stato capace di gestire in maniera così equilibrata un materiale narrativo così complicato, dando ampio spazio a dosi abbondanti di splatter, senza l’esigenza di preoccuparsi di ciò che è politicamente corretto.

In ultima analisi, As the gods will, è un film riuscito e divertente, nonostante la critica summenzionata al finale e un certo calo della qualità narrativa nel scena che precede il finale stesso. Inutile sottolineare che, come al solito, il film non ha ricevuto una distribuzione in Italia, sebbene sia stato presentato al Festival del cinema di Roma nell’anno di uscita. Consigliato a chi cerca qualcosa di diverso e ovviamente non ha pretese assolute di plausibilità.

Alfonso Balzano