Kairo (Film)

Kairo (Pulse) di Kiyoshi Kurosawa (Giappone, 2001) – Genere: Horror Durata: 118′

In tutto il Giappone sembra aver preso corpo una vera e propria epidemia virtuale , ovvero uno strano sito internet che, a chi lo guarda, offre la possibilità di vedere ” un vero fantasma”. Questo virus sembrerebbe essere connesso con dei portali, opportunamente sigillati con del nastro adesivo rosso, che al loro interno contengono queste strane presenze. Sparizioni, cambi repentini di personalità, allucinazioni: che verità si nasconde dietro a questi spaventosi filmati? Sicuramente uno dei J-Horror più famosi in assoluto, che a distanza di quasi vent’anni non ha perso un briciolo della sua potenza di messaggio e di messa in scena. Kyoshi Kurosawa firma un’opera dalla fortissima critica sociale , giocando sulle paure scaturite dall’arrivo del nuovo millennio che, in questo caso, servono per imbastire un discorso sicuramente molto più ampio. La pellicola è di quelle avvolgenti, magnetiche, dilatate, ed incredibilmente atmosferiche, dove il dettaglio della messa in scena e i lenti e spettrali movimenti della m.p.d disegnano contorni e linee inquietanti che , assieme alla cupa e freddissima fotografia, definiscono un quadro visivo apocalittico e particolarmente pessimista. Siamo davanti ad una paura cinematografica che, rispetto a molti altri film del filone, non si alimenta di sangue, viscere, e paure ancestrali; appare chiaro fin da subito, infatti, che gli artigli del nostro Kurosawa affondano in una carne del tutto diversa dalla precedente, quasi esangue, tagliandone e sminuzzandone ogni singolo brandello pronto, poi, per essere mangiato da un nuovo tipo di pubblico. L’autore , quasi conscio del pericolo, pare capire, con larghissimo anticipo, l’influenza negativa della tecnologia e, in particolar modo, di internet, vero e proprio strumento responsabile , in parte, della sempre più crescente incomunicabilità umana( meravigliosa e molto indicativa l’immagine di quel particolare ” salva schermo” usato da uno dei protagonisti del film, con quelle piccole sfere luminose che si avvicinano tra di loro senza mai toccarsi) , il tutto racchiuso in una cornice dove i fantasmi sono il frutto della nostra depersonalizzazione . ” Kairo-Pulse”: più che un film una vera e propria profezia.

Denis Di Nicolò