Vita di un Serial Killer (Film)

Vita di un Serial Killer (Behind The Mask) di Scott Glosserman (USA, 2006)

durata: 92′ – genere: Mockumentary, horror

Recensione positiva:

Quando un genere inizia a fare riflessione su se stesso o è alla fine del ciclo, oppure prende svolte inattese. Questo film è una svolta nel e sul genere, essendo un riferimento costante agli slasher anni ’80 delle saghe di Nighmare, Venerdì 13 e Halloween… che non vengono semplicemente citati, ma spiegati per filo e per segno tramite l’escamotage del documentario – mockumentary che un trio realizza su un serial killer. La genialata è il continuo passaggio dal documentario al film fino a far incarnare ai protagonisti i ruoli del film man mano che il mockumentary sfuma nel reality. Qui siamo in presenza di un metafilm! Non ci sono solo citazioni, qui ci sono escursioni, spiegazioni, decrittazioni di un intero genere. Anche se non si tratta di un capolavoro assoluto, questo film può considerarsi una svolta e non può non essere adorato dagli amanti del genere, essendo fatto proprio per quelli come noi, che dei film degli anni ’80 si sono nutriti e con essi sono cresciuti. Bellissimo, un contributo fresco, inedito, pur pescando nel novero di ciò più e meglio conosciamo! Grande!

Claudio Marucchi

                                                                                  ***

Recensione negativa:

Un’intervistatrice televisiva si mette a intervistare un serial killer simile ai soliti mitici Freddie, Mayers e Jason, e ne segue discorsi, gesta e “trucchi di scena”, discorrendo allegramente con lui come fosse un concorrente alla prova del cuoco. Segue la preparazione agli omicidi ironizzando con i classici rituali da film horror bodycount, e addirittura un incontro con un serial killer in pensione, tutto sornione e con la moglie “vittima scampata”, che lo appoggia in tutto. Il tutto con un “understatement” sfacciato, rozzo e malfatto, che dovrebbe rappresentare il perno d’ironia su cui far stare in piedi la vicenda; peccato che in realtà il film si prenda anche troppo sul serio e che passi la maggior parte della durata a farneticare dialoghi finto-poetici su penosi simbolismi e liriche da tre soldi su male-bene-destino e amenità di questo tipo. Gli ultimi venti minuti sono un po’ meglio, c’è un po’ di azione, ma tutto è prevedibile come nei film che si vuole canzonare. Non funziona come commedia, non è abbastanza grottesco(anzi, tutto è squallidamente banale), non è drammatico, come mockumentary è pessimo, dei personaggi non ce ne frega assolutamente nulla e come horror/suspense vale meno di zero. Una noia. Bocciato.

Fulvio petri