Rabies (Film)

Rabies (Kalevet ) di Aharon Keshales e Navot Papushado (Israele, 2010)

Durata: 90′ – Genere: Survival

Quattro ragazzi si perdono durante una gita e si ritrovano in mezzo a un bosco. Qui incontrano un altro ragazzo ferito, che chiede loro aiuto perché la sorella è rimasta imprigionata in una buca scavata nella foresta. Altri personaggi entreranno in scena e per tutti comincerà un incubo senza fine.

Rabies (traducibile con “rabbia”) è un film sorprendente e agghiacciante, che trae ispirazione dagli horror più truci e cattivi degli anni Settanta (alla Non aprite quella porta per intenderci) e dove il realismo e il cinismo con cui i due sceneggiatori/registi israeliani mettono in scena un gioco al massacro senza esclusione di colpi fa rabbrividire e sconvolgere lo spettatore più e più volte.
Spietato, feroce e infinitamente pessimista, pervaso da una notevole vena ironica e con un finale beffardo e amarissimo. Imperdibile.

Ilaria Dall’Ara

Nel suo decisamente carino, a tratti come humor nerissimo e omicida mi ha ricordato l’ottimo Severance – Tagli al personale. Menzione d’onore alla bella Anja Bukstein, che alla lontanissima ricorda Rachel Weisz, ed è anche una leggiadra interprete vocale.

RIccardo Himmel

L’anno scorso avevo visto, BIG BAD WOLVES, film successivo a questo Rabies, uscito nel 2013 e pubblicizzato dalla recensione entusiastica di Quentin Tarantino. Alla fine della visione, la delusione era stata tanta, fors e anche a causa delle elevate aspettiative. Questo RABBIA, girato 2 anni prima (ovvero nel 2011), al contrario, vi posso subito confermare che rappresenta un perla misconosciuta dagli innegabili pregi e sopratuttto lontana anni luce dal deludente film citato inizialmente. in BIG BAD WOLVES c’erano azioni davvero incoerenti e illogiche e dialoghi spesso insopportabili perchè inefficaci dal punto di vista dell’obiettivo ultimo dell’umorismo, in RABIES abbiamo personaggi abbozzati magari ma perfettamente coerenti e funzionali allo sviluppo della storia. Restano alcune forzature (che non posso svelare per motivi di spoiler) ma il racconto incrociato delle varie vicende è perfetto ed è orchestrato al millesimo di secondo, oltre ad essere montato in maniera esemplare, così come impietosa e riuscita è la descrizione della dimensione emotiva dei personaggi. Un film davvero cinico e cattivo senza sconti per nessuno e che riesce a mantenersi in equilibrio sul difficile filo della plausibilità, nonostante come già detto, le pochissime ed irrilevanti forzature narrative.
Ora posso dire (almeno stavolta): Forza Israele

Alfonso Balzano