Under the shadow (Film)

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Under the Shadow di Babak Anvari (Uk, Gior e Qatar, 2016)

Durata 84′ – Genere: Horror

 

PARERE NEGATIVO di Fulvio Petri:
Horror ambientato in Iran, che colpisce più per la desolante ambientazione socio culturale dell’epoca (fine 80), che non tanto per la storiella della djinn. La prima ora è monotona, tutto ruota intorno a una donna relativamente emancipata che si trova alle prese con un mondo retrogrado, una guerra in corso e una bambina pallosa. Negli ultimi venti minuti quindi c’è un po’ di twist horror, e poi si va incontro a un finale aperto, piuttosto tronco e senza costrutto. Personalmente, mi stride molto l’associazione paranormale-tragedia reale, dato che la seconda rischia sempre di far apparire la prima ancor più ridicola e fuori luogo di quando non sia. L’elemento paranormale poteva forse funzionare come un’emanazione nefasta simbolicamente associata all’ orrore immane della guerra, ma sinceramente questa associazione non si nota, o è davvero mal espressa. Anche l’emancipazione stentata della protagonista viene appena abbozzata, ed è completamente slegata dal resto. DELUSIONE.

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PARERE POSITIVO di Alfonso Balzano:
Ho sempre pensato che vivere in un paese dilaniato dalla guerra, sia veramente terrificante, al punto tale da sognare spesso uno scenario del genere. Per questo motivo, mi sono apprestato a vedere l’opera prima di questo esordiente regista iraniano con aspettative elevatissime, anche perchè dalla pagina FB di Nocturno, avevo scorto il seguente proclama: “Finalmente un horror che fa paura, ma veramente paura: Under the Shadow…..”. Confesso che poi, leggendo l’articolo, ho scoperto che il film non viene esaltato più tanto, sebbene la recensione sia comunque molto positiva (forse troppo per me).
La trovate qui: http://www.nocturno.it/movie/under-the-shadow/
Fatta questa premessa, c’è da dire che il film è realizzato bene, concede qualche brivido allo spettatore e racconta una storia all’interno di una cornice storica affascinante (la famigerata Guerra del Golfo), anche se raccontata in maniera generica (potrebbe trattarsi di una qualsiasi altra guerra). Il problema è che il tutto viene portato sullo schermo, nel pedante rispetto delle regole e degli stilemi tipici delle Ghost Story, a cui la cinematografia occidentale moderna ci ha oramai assueffato da tempo, a partire dai film di Wan fino al fenomeno Babadook. Per cui, un buon lavoro di regia, nella
costruzione delle inquadrature e dei tempi del racconto, al servizio di una storia banalotta, con una colonna sonora volutamente assente ed una fotografia, per me, abbastanza ordinaria. Per cui saremmo dalle parti del semplice compitino svolto bene, se non fosse per la felice intuizione di calare la vicenda paranormale nell’orrore reale della guerra, aggiungendo un discorso di critica sociale circa la pessima condizione delle donne in Iran, anche se, come fa notare Fulvio Petri, effettivamente la denuncia è purtroppo stata realizzata in maniera abbastanza blanda. DA VEDERE SENZA PRETESE.

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