The demolisher (film)

THE DEMOLISHER di Gabriel Carrer (Canada, 2015)

Durata: 85′ – Genere: Horror, Revenge movie

Da quando l’ex poliziotta Samantha è stata confinata su una sedia a rotelle da una paralizzante lesione spinale, il marito Bruce è ossessionato dalla vendetta contro tutto e tutti. Mosso da sentimenti di inutilità e ostilità, indossa un giubbotto antiproiettile e un casco con scudo facciale, trasformandosi in un brutale vigilante. Ben presto, la sua attenzione si poserà su Marie, una giovane donna…

https://www.youtube.com/watch?v=lp9HH9nhh6Q

Film indie canadese scritto, sceneggiato, diretto e co-prodotto dal regista e tra gli altri anche da Ry Barrett e Tianna Nori, la coppia protagonista. La pellicola è un connubio di diversi generi e spazia dal thriller all’azione al drammatico. Di grandissimo impatto, tutto giocato fra silenzi ed esplosioni di ferocia e violenza da parte dell’interprete principale, un Ry Barrett dirompente, che presta la sua fisicità (e che fisicità!) e il suo volto sofferto calandosi perfettamente nel ruolo di un uomo che scivola nel baratro della follia. Un vigilante implacabile, senza pietà, le cui gesta vengono accompagnate da un efficacissimo uso del colore, con immagini ricche di fascino e che lasciano senza fiato e da un accompagnamento musicale elettronico ipnotico. Imperdibile.

Ilaria Dall’Ara

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Horror nuovo di zecca del canadese Carrer…. e che horror! Si può fare qualcosa di nuovo ed originale anche seguendo tracce già ampiamente battute! Il film ha un impianto di base semplice. Un poliziotto la cui compagna (anche lei poliziotta) è temporaneamente paralizzata a causa di un blitz finito male, vive un crescente ed inarrestabile montare di rabbia e follia. Di notte, bardato in assetto antisommossa, si comporta da giustiziere della notte con esplosioni di folle violenza contro i membri di una banda. Mette poi nel mirino una ragazza che, da tipica eroina americana, riesce a fronteggiare il nemico. Ok, pienamente in stile americano a livello di personaggi, ma il film è da vedere perché riesce ad essere originale sotto diversi punti di vista: nella scelta di ridurre al minimo i dialoghi (scelta efficacissima), nel presentare non più di 3 o 4 personaggi delineati in modo semplice (il minimal bisogna saperlo fare, e qui aiuta ad accentuare il peso specifico del personaggio principale); nel rendere un’ipnotica musica elettronica la vera protagonista degli inseguimenti (altra cosa riuscita benissimo). Il modo in cui il protagonista manifesta la rabbia è uno spettacolo incredibile, sia per lo sguardo che per la bravura dell’attore, ma anche per la scelta di come mostrarla. E’ un film, ripeto, originale ed innovativo nelle modalità di presentare un tema già visto. Alcuni momenti di tensione e la rabbia violentissima del poliziotto sono resi alla perfezione. Da mettere in lista!!!

Claudio Marucchi

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Film di difficilissima valutazione secondo me. Concordo sull’idea validissima di trattare un argomento abusato in maniera molto originale, con uno sguardo registico lucido, freddo, essenziale, spietato ed elegante. Materiale del genere gestito da un americano sarebbe diventato il solito film sul vigilante solitario. Il regista canadese invece si dedica anche alla sceneggiatura e tira fuori dall’idea di partenza una sorta di film di genere autoriale in cui i silenzi raccontano molto più dei dialoghi ridotti al minimo e le inquadrature sopratutto in campo lungo sono molto suggestive. I dubbi invece che mi hanno attanagliato durante la visione del film riguardano l’aspetto narrativo. Seguendo la storia non ho potuto fare a meno di trovare eccessivamente forzata l’idea dell’incontro casuale ripetuta tra i due protagonisti della storia. Sicuramente per molti questa cosa passerà in secondo piano ma è un elemento che mina paurosamente la plausibilità del film. E’ davvero improbabile che, in una metropoli canadese due persone si incontrino così spesso, come improbabile è l’inseguimento finale (col solito odioso passo lento del killer) in una città improvvisamente deserta, come è improbabile la comparsa improvvisa dei cattivi. Il finale infatti rappresenta la summa della poca verosimiglianza del film. Eppure, nonostante questo, se si perdonano al (regista) sceneggiatore questi peccati veniali di narrazione, potreste ritrovare in questo THE DEMOLISHER uno sguardo davvero innovativo su un genere assai inflazionato come quello del revenge movie, accompagnato inoltre da una colonna sonora elettronica da brividi. CONSIGLIATO nonostante i difetti evidenziati.

Alfonso Balzano